Guardare un oggetto comune e vederci ciò che si può solo sognare con molta fantasia è un dono, un dono che ha sicuramente Gilbert Legrand artista francese che ha saputo dare vita, usando pennello e creatività, ad oggetti domestici che invadono con il loro essere “normali” la nostra vita quotidiana.
Piccoli colpi di colore per trasformare un paio di forbici in una coppia di amanti appassionati, un appendiabiti in un topolino che indossa un paio di All Star, un rubinetto in una signora che corre vestita di luccicante oro…
E’ un po’ come guardare le nuvole, scoprirci delle forme strane e dare vita ad una storia… guardare non significa necessariamente vedere e spesso per molti le nuvole sono solo nuvole, poi arrivano artisti di questo tipo che ci restituiscono la voglia di immaginare!
Se volte entrare nel suo mondo fate un giro sul suo sito internet cliccando qui: Gilbert Legrand
Hèrmes è Hèrmes e non si tocca, come non si toccano le sue splendide vetrine che potete ammirare se avete la fortuna di passeggiare a Parigi, in Rue Faubourg Saint-Honorè, e avete la possibilità di fermarvi proprio lì al numero 24, dove si trova la sede storica della Maison che da sempre fa sognare con la sua classe milioni di sospiranti esseri umani… Come si fa a resistere a tanta bellezza? E non parlo solo degli accessori o degli abiti esposti, ma della visione lussuosa e speciale che una artista dal nome esotico, Leïla Menchari, regala a noi poveri mortali dal lontano 1978, ben 4 volte l’anno. Nata in Tunisia da una famiglia di proprietari terrieri, sin da piccola dimostra di essere attratta dalle atmosfere esotiche che la circondano, questa sua passione la porterà un giorno per puro caso ad esplorare il giardino ricco di fiori, fontane e decori romani di Violet e Jean Henson, una coppia anglo americana di aristocratici bohèmien, appassionati di storia antica. Grazie alla sua famiglia e a questa coppia che la considera come una figlia potrà coltivare la sua naturale tendenza al bello diplomandosi all’ Ecole des Beaux-Arts di Tunisi. Viaggerà verso Parigi e continuerà a studiare arte, un incontro speciale con il talentuoso Azzedine Alaia tunisino come lei le cambierà la vita, lui stesso la introdurrà nello sfavillante mondo della moda come modella per Guy Laroche. Nel 1961 busserà alla porta di Hèrmes portando con sè tutta la sua energia e la sua arte ed avrà la fortuna di incontrare la simpatia di Annie Beaumel, dal 1927 responsabile delle vetrine della Maison, di cui diventerà l’assistente per poi essere promossa capo illustratore. Nel 1978 sarà Jean_Louis Dumas il presidente in carica di Hèrmes a sceglierla come head stylist, le toccherà non solo il compito di curare le vetrine, ma anche quello di scegliere i colori destinati ai famosissimi carré. Volete dei numeri? Sono più di 100 i tableaux che la Menchari ha ideato in oltre trent’anni per le “sue” vetrine, in esse troviamo tutto l’amore per le culture più diverse, prima tra tutte quella araba. La Maison ha pubblicato sulla sua pagina Facebook le opere più suggestive di questa vulcanica creativa che ha dichiarato di prendere ispirazione dalla natura per poi reinterpretarla. Reinterpretando allo stesso modo anche la moda di Hermès che per lei ha realizzato pezzi unici, variazioni di borse, accessori, selle, modelli considerati icone prodotti in materiali decisamente particolari. Quei pezzi costituiscono oggi una sorta di collezione privata feticcio. Tutto documentato in un video scandito dal battere di un cuore e dal titolo “Les Kelly di Leïla”, dove potrete ammirare le spettacolari metamorfosi della borsa più glam e desiderata del pianeta…
Io lo sapevo, me lo sono chiesta mille volte uscendo dal supermercato carica come un asino in assento decisamente poco fashion: chissà se a qualcuno verrà mai in mente di rendere le borse della spesa un accessorio da portare con disinvoltura nella nostre giornate modaiole?
Il mio cruccio nasce anche dall’idea che molti oggetti diventino di culto solamente per essere stati indossati dalla star di turno, un caso eccezionale risale alla famosissima “I’M NOT A PLASTIC BAG” di Anya Hindmarch di cui io custodisco un esemplare originale ricevuto in regalo in tempi decisamente non sospetti, per intenderci prima che Madonna o Keira Knightley si facessero immortalare all’uscita di uno store con la borsa al braccio.
Ecco un’immagine per farvi capire di cosa sto blaterando:
Ma torniamo a noi e all’accessorio a cui sto girando intorno e che vi voglio mostrare, perchè si sa la moda è anche divertimento…
Il brand si chiama ASHISH, il suo fondatore è il designer Ashish Gupta vincitore per ben tre volte del British Fashion Council “New Generation award”, il re del lustrino come è stato etichettato e che io ho scoperto per caso sbirciando su ASOS.com.
Durante una delle sue sfilate a Londra ha presentato la sua collezione, ma ciò che verametne colpito sono le sue borse:
Divertenti e irriverenti se vogliamo, come a voler affermare che ogni cosa può essere trasformata in oggetto dei desideri se sulla sua superficie vengono cucite migliaia di pailletts.
Portabili o no, mi hanno strappato un sorriso e un “CAVOLOOOO CI AVEVO PENSATO ANCHE IO!”